sabato 23 luglio 2011

Tofino: la quiete

Boschi, boschi, laghi, boschi, un enorme lago...Un susseguirsi di pittoresche manifestazioni della natura, che qualche fan di Ibiza potrebbe forse definire noiose...Qualcuno dice che non vuole andare in Canada, perche' "e' come qui da noi". Posso solo rispondere che la misura nella quale si presentano la flora e i laghi, fa di questa nazione un must per ogni viaggiatore appassionato. ma non voglio fare il rappresentante turistico, voglio solo sottolineare l'emozione che ti prende quando non vedi traccia della civilta' e una natura che da secoli, se non milenni, vive autonomamente, senza che l'uomo l'abbia modificata con le sue mani. Tofino ha solo 1.500 abitanti ed e' un posto tranquillo, cullato dalle onde del Pacifico e circondato da tanti isolotti, su cui si possono trovare i famosi alberi milennari, tra i quali spicca "l'albero della vita". Questo e' un albero sacro per gli indigeni e ha in se' una cavita' talmente grande, ci si puo' perfino entrare! Alberghiamo presso un minuscolo ostello (cottage) e il padrone di casa e' una persona tranquilissima, senza il minimo stress. Tutta la popolazione emana una certa tranquillita', come se le tristi realta' del mondo "normale" non la riguardasse. Ieri abbiamo avuto una giornata molto intensiva. Prima siamo andati a fare un giro in barca. Abbiamo avvistato due orsi neri, che sfruttavano la bassa marea per acchiappare qualche granchio, rimasto sulle rocce. Inoltre abbiamo scovato diverse acquile marine, superbe con il loro collo bianco! Il pomeriggio abbiamo fatto un'escursione con il kayak. Bellissimo. A un certo punto abbiamo raggiunto un isolotto e abbiamo continuato a piedi. Qui la vegetazione era spessissima e il silenzio del posto ti penetrava nell'intestino. Per non parlare del paesaggio...difficile da imprimere con la tastiera su un blog. Dopo la minigita sull'isolotto, la capitan Moser e il sottoscritto hanno effettuato il ritorno verso casa, decidendo di provare a qualificarsi per le olimpiadi di per Roma 2020. Mi dispiace proprio lasciare Tofino, veramente!

Nanaimo

La vegetazione assomiglia a quella dell'Alaska e i compagni di bordo hanno i lineamenti degli eschimesi. Seppur ancora distanti a livello chilometrico dall'Alaska, si possono gia' assaporare tuti gli aspetti tipici. Nanaimo e' una citta' che ispira e espira rilassamento. La via centrale, stile Main Street, offre delle librerie second hand in cui si potrebbe passare delle ore. L'ostello e' molto invitante, confermando quella vecchia leggenda "interrailiana", che dice che piu' dispersa che e' la localita', piu' decente e' l'ostello! Abbiamo fatto una sosta per schivare la tirata fino alla nostra prossima meta: Tofino. Un'abbuffata di sushi (che qui, come in Giappone viene decisamente consigliato) e' stato il nostro pranzo-cena di comiato.

Victoria, Vancouver Island e..."Indiani"

Un'immersione a 360 gradi nella natura. Inizialmente ci siamo tuttavia fermati nella pittoresca citta' di Victoria.E' situata sul porto ed e' stato li' che abbiamo potuto osservare da vicino le orche, che sguazzavano beatamente in una baia dell'Oceano Pacifico. La costa e' ricca di fauna ("mandrie" di foche osservano noncuranti le barchette) e ci sono tanti isolotti, su cui purtroppo qualche magnate (p.e. uno dei capi della Pepsi) ha costruitto la sua villa. Per il resto Victoria e' una citta' tra le piu' pittoresche che abbiamo visitato. Qualche abitazione galleggiante accosta il porto (ci hanno detto che una volta era una situazione di emergenza per i senzatetto, ma che oggi giorno e' un capriccio molto costoso dei benestanti), dando un'impressione molto romantica alla zona. Abbiamo visitato il museo del british Columbia e ancora una volta abbiamo potuto osservare quanta identita' si celi dentro quel popolo che noi chiamiamo comunemente "indiani". Infatti gli indigeni del nordamerica si definiscono First Nation, come a voler sottolineare che non e' stato Colombo a portare la civilta'. Sull'atlante mondiale Vancouever Island sembra un'isoletta, ma in verita' e' un vero repertorio di boschi selvaggi e montagnette coperte da una folta vegetazione. Ci e' dispiaciuto abbandonare Victoria, ma avendo la consapevolezza che inoltrandoci all'interno dell'isola, altre meraviglie ci stavano aspettando.

mercoledì 20 luglio 2011

Wan Ku Ver

In realta' sarebbe "Vancouver", ma dato l'alto tasso di orientali presenti nella conosciuta nella citta' del Canada occidentale, mi sono permesso un giochetto di parole. Purtroppo il tempo non ci e' stato amico durante la breve permanenza a Vancouver, ma abbiamo comunque potuto apprezzarne la vivibilita'. La mia impressione e' stata che la citta' abbia subito un rispolvero in occasione dei giochi olimpici, che si sono svolti l'anno scorso. La metropolitana funziona nettamente meglio che quella di New York e c'e' tanto verde. C'e' anche un vento di socialita' nell'aria. La gente si incontra in massa per ballare tutti assieme la Salsa, in una piazzetta che ricorda un po' il piu' famoso Rockefeller Center, con la sua pista di pattinaggio. Anche la cultura non manca. Purtroppo il museo d'arte, che ospitava un'interessanate mostra sul surrealismo, era chiuso. Peccato, sara' per un'altra volta...

Toronto

Il CN Tower e' una delizia dell'ingegneria moderna che sembra sfidare le leggi della fisica. Tra gli edifici piu' alti al mondo, ospita un ristorante da non consigliare a chi soffre le vertigini. Un ristorante che pian piano gira su se stesso, mostrando ai conmensali i tetti dei giganteschi edifici di Toronto. Una citta' (che come tutte le metropoli mondiali) che offre "tutto per tutti" e che ha fatto della varieta' gastronomica il suo punto forte. Tartassati da un caldo micidiale, la simpatica Daphne (amica di Linda) ci ha fatto da Cicerone, portandoci in giro per la citta'. Siamo stati a mangiare vietnamese e come gia' successo qualche giorno prima a Montreal, Martina ed io abbiamo degustato il piatto dell'altro senza accorgercene. Succede nel variopinto mondo culinario orientale...dove non sempre il pollo assomiglia a un pollo e soprattutto: ha il sapore di pollo!
Durante il nostro tour, abbiamo visitato una delle birrerie canadesi piu' famose, a pochi passi dal tempio dei Blue Jays, il leggendario stadio della prima squadra di baseball di Toronto. Dato che c'era il turno di campionato, la fabbrica di birra era invasa da tifosi; anche se Chris mi ha confessato che il baseball e' uno sport noioso. "Sara' per questo che si tracannano pinte di birra prima della partita?", mi sono chiesto spontaneamente. La sera abbiamo mangiato molto bene al Trevor e meno male che la casa di Daphne era distante qualche centinaio di metri, altrimenti saremmo rotolati a casa.

Un anno dopo...ancora cascate

A un anno dalla visita alle cascate di Victoria Falls in Zimbabwe, ho potuto visitare le cascate piu' famose al mondo: quelle del Niagara. Ho da sempre avuto un sentimento particolare verso le cascate, perche' rappresentano la perfetta metafora di vita del Panta rei, che ci e' stato tramandato dal filosofo Eraclito. Tutto scorre e va a perdersi in un grande interrogativo. Ogni tanto ci vorrebbe l'indifferenza e il coraggio dell'acqua, che senza chiedersi come e perche', si lascia trascinare dal grande flusso del destino. Dopo aver guardato alle cascate dall'alto, abbiamo preso una specie di vaporetto, per avvicinarci ancora di piu' alla doccia piu' potente del mondo...ed effettivamente doccia e' stata! Nel fissare le cascate, la nostra vista veniva annebbiata dal potente getto, ma non per questo non ci siamo goduti la nostra esplorazione del bacino in fondo alle cascate. Meraviglie naturali come le cascate generano rispetto; rispetto per la natura e per quel grande mistero, che qualcuno chiama Dio e altri Big Bang, che comunque sia, ha architettato un miracolo vivente.

Il Cottage

IL COTTAGE

Ci sono posti che entrano nella tua mente per rimanerci ancorati. Uno di questi posti e´stato il lago Six Miles, dove siamo andati, invitati da due amici di Linda e Chris. Conoscevo l'ambiente montanaro e vagamente quello di mare. La "vita da lago" la conoscevo solo per sentito dire e tramite qualche film americano. Susan e Tom, entrambi felicemente pensionati, sono proprietari di un fantastico cottage sulle rive di un lago che si estende comqunque parecchio, paragonandolo ai laghi che siamo abituati a vedere a casa nostra. Se il paradiso esiste, probabilmente ci deve essere una residenza molto simile alla proprieta´ dei due ex professori, che ci hanno accolto benissimo, facendoci anche assaggiare le prelibatezze che Tom prepararava con la sua "forchetta magica" al barbecue.Martina, Linda, Tom e il simpaticissimo cane Barnie, hanno fatto il bagno nel lago. Era divertente vedere come l'stinto del cane da gregge lo faceva girare continuamente intorno ai suoi compagni di nuotata, tenendoli tutti a bada. Il cottage era tipicamente canadese e l'interno invitava a immaginarsi le belle serate comfortevoli, che probabilmente hanno passato davanti al caminetto aperto, durante le notti tempestose che tormentavano il lago. Il soggiorno era pieno di souvenir da cacciatore (o ranger goliardico) e c'erano piu' terrazze e miniterrazze che si affacciavano sul lago. Un posto in cui ritirarsi nel caso di qualche guerra o nel caso spunti qualche improvvisa voglia di fare l'eremita!
La sera c'e' stata un'altra esperienza elettrizzante: siamo andati al Drive In Movie. Avete presente? I cinema in cui si rimane in macchina, stile anni '50, quando la macchina rappresentava l'unico nido di liberta'. In pratica abbiamo cenato pop corn al burro...ma ne e' valsa la pena!

giovedì 14 luglio 2011

Montreal

Montreal, un colosso metropolitano con ben 3 milioni e mezzo di abitanti.Si potrebbe quasi considerare la sorella minore o la Cenerentola di New York, seppur chiaramente non paragonabile alla città che non dorme mai.Montreal è una città francofona e caratterizzata da edifici molto appariscenti.Molti sono imitazioni di più celebri perle architettoniche.Così la banca (del 1870), edificata secondo il concetto del Pantheon di Roma o la cattedrale, una fotocopia della stupenda Notre Dame di Parigi.In centro troviamo anche un modesto tentativo di emulare il Rockefeller Center di New York.Una città multietnica e molto legata alla sua lingua, tanto che chi viene in questa città e deve ancora andare a scuola,è obbligato a frequentare una scuola in lingua francese! Carino anche il centro, con le sue fontane zampillanti e i suoi edifici che sembrano ancora respirare l'aria ottocentesca.Aspetto interessante della visita di questa città è stato senza dubbio la mostra esaustiva su Indiana Jones,mitico archeologo del grande schermo.La mostra illustrava sia gli aspetti di fantasia della saga (effetti speciali, artefatti immaginari o quasi, come ilSacro Gral o l'Arca dell'alleanza...), che quelli che si riferivano o sono stati ispirati dalla realtà, come le linee di Nazca o i geroglifici dei Maya.Prossima tappa sarà Ortillia presso i nostri amici Linda e Chris. Da qui continuereno per intraprendere una visita alle cascate del Niagara.

martedì 12 luglio 2011

Quebec City

Il Quebec è una regione marcata dall'assiduo uso della lingua francese.A colazione devi stare molto attento se non parli il francese.Uno ordina un cafè americano e potrebbe ritrovarsi un donut ripieno alla vaniglia.Aldilà dei limiti poliglotti e del patriotismo che caratterizza questa regione,che nel corso dei secoli è stata inglese, francese e canadese, è una zona ricca di un' atmosfera rilassante.Quebec City viene ritenuta la città americana più europea.La muraglia che l'accerchia e le case a mattoni esposti la fanno magari sembrare un po' artificiale,ma resta il fatto che passeggiare per le viuzze del centro storico, richiama i ricordi che ho di Praga,secondo me una delle "top" tra le città europee. In questo periodo c'è il festival dell'estate.Sull'enorme parco della Battaglia,dove anni fa inglesi e francesi si sono dilettati a riempirsi di piombo a vicenda, ora si esibiscono artisti più o meno rinomati di diversi stili musicali e esperimentali.Il giorno del nostro arrivo c'era Elton John a fare gli onori di casa. Da città francese che si rispetti,la gastronomia è prelibata.Il mio apparato digestivo è ancora indaffarato con i litri di zuppa di cipolla,ricoperta di formaggio fuso, che mi sono ingoiato durante le rilassanti cenette all'aperto,condite da discussioni interessanti e una pinta di birra rossa.Se passate per il Canada, fermatevi in questa stupenda città...ma prima fate un corso accellerato di francese!

sabato 9 luglio 2011

Martina's point of view

We're having a lovely time and have been pretty lucky with the weather so far too! We arrived in the Ottawa Jail Hostel yesterday after a 5 hour drive from Linda's house! The automatic Nissan drives really nicely and apart from close to Ottawa the roads are pretty easy! Ottawa has about 900,000 inhabitants and the roads around it are 3 lane huge highways so we had to concentrate to be in the right lane for turning off but it all worked out fine and the GPS Linda lent us helps a lot! We arrived in Orillia, where Linda lives, yesterday at lunchtime and they have a really nice little house! She picked us up in Barrie, about 1/2 an hour from her place and after a nice shower and a snooze we hit the town for a "pint and pound"! If you say that...all Canadian know you mean a pound of chicken wings....there is apparently quite an art to cooking them and the sauces are a big deal but they were delicious! At their house later that eve, we looked at their wedding photos which was great and then got served steaks from the grill...but not just beef steaks....we also had some moose stake! Don't know what the word is in German....but it's bigger than an Elch for sure!! It tasted like wild meat, drier than the other steaks, but interesting! Anyhow, the bus drive from New York City to Toronto was quite long, 10 hours, but not too bad as it was in the night and we did manage to sleep a bit! At the Canadian border you have to get off with all your luggage and go through passport controls....it was quite funny, cos they were not happy with Ivan's passport and they took 20mins or so to clear us! The passport runs out it 2 years and is quite used and they were inspecting it closesly.....but seeing we got into NY without any problems.....where we had a photo taken and fingerprints of each hand taken!!!.....it shouldn't really have taken that long! Of course the whole bus had to wait for us!:-) In Toronto it was easy getting on another 1 1/2 hour bus to Barrie, and having two whole seats to spread out on on this bus.....it was much more comfortable! Although we booked our tickets in advance, it's a first come first serve seating......so we were glad to arrive at the Bus terminal in NY an hour and 1/2 in advance as not everybody got on!
Talking about new York, we couldn't have had a better time there...the first day was amazing as we did a bus tour all round downtown Manhattan and even Uptown so we got a really nice feel of the city! Manhattan island alone is huge and we basically only saw that! We did a night tour on the 4th July, yes, Independence Day, which was great, the whole city lit up, and that took us into Brooklyn a bit! Wow, that really was amazing, we even caught some of the fireworks at about 9.15 pm! We also caught a glimpse of Queens as we went to the Museum of the Moving Image which was quite interesting! Outside Manhattan NY feels just like any other city I guess, but, I have to say, Manhattan really blew my socks off! The tour of the Statue of Liberty and Ellis Island was well worth it and although it wasn't sunny at least it wasn't raining! Lady Liberty is quite far out in the harbour, about a 15mins ferry ride, and she is a lot taller than you would expect! 12 million immigrants passed through Ellis Island and although 2% doesn't sound like much.....a hell of a lot of people were rejected.....and the island of hope turned into the island of tears! It was interesting to see what the immigrants were asked, one woman was asked how she cleans the steps, from top to bottom or bottom to top....she replied...she wasn't coming here to clean stairs! :-)
Another great experience was the Broadway Mamma Mia musical we saw! It really was entertaining and fun as you literally know all the songs .....how the hell the managed to make a story out them all is fabulous! :-) We even managed to see a great Jazz show of one of the top quartetts at the lincoln center! The performance was awesome, on the 5th floor with the night skyline behind the band.....wow....and they even had the crowd singing towards the end....a little tune we keep on remembering!!
We've had a nice day in Ottawa and saw the Parliament buildings with the flame that always burns....the Museum of Civilization was very worthwhile and the old locks (Schleusen) that let boats pass are still manhandled and we even saw a boat passing through which was cool!
We're off to Quebec city tomorrow and we will hopefully have another easy enought drive.

Ottawa e sole a scacchi

Cosa hanno in comuune Ottawa e Canberra? Esatto, pochi sanno che sono le capitali dei loro rispettivi paesi, tranne i miei intelligentissimi lettori del blog :-) Ottawa ha 900.000 abitanti e con il suo imponente parlamento (che ricorda un po' il Big Ben e un po' un fiabesco castello, estratto da una fiaba dei fratelli Grimm) invita subito a una rilassante passeggiata attraverso la zona di Byward Market. Ristoranti di ogni etnia e un'atmosfera serena fanno della parte centrale una zona molto accogliente, grazie anche alla particolare architettura della citta', in stile prevalentemente coloniale. Ma la punta di diamante di questa citta' e' sicuramente l'ostello: l'Ottawa Jail Hostel. Nomen est omen. Fino all'anno 1972, quest' edificio plumbeo e grigiastro era la poco accogliente dimora dei fuorilegge di Ottawa e dintorni. La forca all'ultimo piano, ormai solo piu' usata come macabra esibizione turistica, e' rimasta come realistica testimonianza. Le camere sono celle, i bagni sono freddi e spartani. per aprire le porte ci vuole Braccio di Ferro...insomma, mi sono spiegato: non sara' il Hilton, ma l'atmosfera noir e' unica e ricorda molto il carcere "kingiano" di Shawshank, ne "Le ali della liberta'". Sicuramente uno degli ostelli piu' cult del Nordamerica!  

I grandi laghi dell' Ontario

Da Orillia ci siamo diretti con la macchina verso Ottawa. L'esperienza del cambio automatico e' stata interessante,
ma l'apice della giornata e' stato guidare attraverso gli stupendi boschi incontaminati, affiancati da laghi cristallini, che invogliavano
alla pesca. Strade deserte e dritte, che ogni tanto affrontavano un lieve pendio, prima di inoltrarsi nuovamente nella fitta boscaglia:
questo e' il Canada, un paese dove se non hai un buon rapporto con il tuo vicino di casa, non e' un problema, dato che vive probabilmente come minimo a 3 miglia di distanza da casa tua. Piccola nota a parte: ricordatevi di fare il pieno prima di dover improvvisarvi autostopisti "into the wild" a la Chris McCandles.

Acero rosso: siamo in Canada

L'impatto con il Canada e' stato piu' che buono. Dopo aver passato dieci ore in autobus,siamo giunti a Orillia,
dove siamo stati accolti alla grande da Linda e Chris. Dopo aver degustato degli ottimi Chicken Wings Suicide, "leggermente" piccanti,
abbiamo visitato la citta' che si affaccia su uno dei tantissimi laghi che si possono trovare in questa nazione.
La cosa che mi ha stupito e' che il "fai da te" e' in voga perfino nei supermercati, dove il consumatore e' tenuto a
scannerizzare la sua merce da se'. Niente cassiere insomma, solo un poliziotto che con lo sguardo vigile controlla
che nessuno faccia il furbo. Sarcasticamente ho subito pensato che una cosa cosi' in Italia non funzionerebbe mai; dopo una settimana
qualcuno avrebbe sicuramente gia' il trucco per un comodo 3X2.
 

venerdì 8 luglio 2011

Poesia

INCROCIO TRA LA 42esima E LA 43esima

Quando il semaforo diventa verde ad un tratto,
e la massa reagisce all'impulso di scatto,
continuando il suo pelegrinaggio verso il suo Bronx elemosinato,
ti imbatti in cento facce carbonizzate
nel loro vagare disperato.
Vedi gli spettri, signori oscuri dell'asfalto,
che nel loro sogno afferrano un invisibile scettro di cobalto.
Occhi che incontri per mezzo secondo,
prima di perderli per sempre con indifferenza.
zombie metropolitani del nuovo mondo
divorati dall'acido della fantascienza.
Anonime anime,ognuno con una storia da raccontare,
ognuno capitano della sua zattera in alto mare.
Una ventiquattrore,una cravatta che strozza,
maratoneti imbevuti di caffè nero
per affrontare la quotidianità rozza
Un'altra mattinata,un'altra alba che si congede dai tombini fumanti,
stringendo la mano ai suoi manichini ambulanti.

L'esposizione BODIES a New York

La mostra anatomica Bodies rappresenta senza dubbio un punto cardine di tutte le esposizioni, che trattano l'argomento a proposito.Corpi (veri!) esposti in vetrine in tutte le varianti:dallo scheletro al sistema nervoso,dal corpo fatto di muscoli a quello fatto di arterie e vene.L'apparato digestivo,gli organi vitali e il corpo tagliuzzato a fette orizzontali, sono solo alcune delle visuali che si presentano al visitatore.Alla fine di tutto rimane comunque una sola esclamazione unisona:che macchina meravigliosa è il nostro corpo umano, che miracolo è la vita!Come dissecuna volta un biologo a un mio amico:"Se si considera la complessità del nostro corpo e di tutti i suoi meccanismi,è quasi "anormale" il fatto che si è sani,che a una persona non manchi niente..."
E tutto questo vale per il corpo,per l'involucro della persona...non oso pensare cosa potrebbe esserci oltre!

Ellis Island: l'isola della speranza

Al giorno d'oggi il termine immigrazione è purtroppo diventato per tanti uno spauracchio.La sensazione colettiva che chi sta bene,non ha bisogno di altro (o altri!) si è tatuata nelle menti pseudopatriotiche di tante persone che popolano il vecchio continente.Eppure mentre sono seduto nell'enorme sala d'attesa del centro d'immigrazione di Ellis Island,dove i cercatori del sogno americano sbarcavano fino all'anno 1954,mi rendo conto che la migrazione fa parte del DNA delle persone.Dai tempi della prestoria la persona è stata viaggiatrice per migliorare la sua esistenza.In fondo non è poi tanto sbagliato affermare che l'evoluzione è figlia delle faticose migrazioni dell'uomo.Il coraggio di salpare su una nave nell'800 e di abbandonare la strada vecchia per quella nuova,potrebbe ogni tanto essere da esempio a tutti quelli abituati a dondolarsi nel loro nido d'oro all'ombra del Sassolungo.

martedì 5 luglio 2011

Grattacieli,potere e libertá


I giganti si esibiscono in tutta la loro altitudine.Sono i discendenti cementati dei loro avi medievali,costruiti per mostrare alla plebe la potenza dei regnanti.Passano i secoli,ma la storia, come direbbe Machiavelli,è sempre la stessa.I mostri del progresso,voluti dai magnati,si estendono al cielo,fulgenti con le loro facciate riflesse negli specchi dei loro vicini.Strano,che proprio sull'Empire State Building il nostro avo (primato gigante di nome King Kong) venne privato del bene più prezioso:la libertà.E questo nella città che ha fatto della statua della libertà il suo simbolo vivente!

lunedì 4 luglio 2011

Jazz al Lincoln Center


Ebbene,ammetto di non possedere un ricco vinile di musica jazz a casa e che di solito la mia radio canticchoa generi mudicali del tutto diversi.Eppure le poche volte che ho avuto l'occasione di cimentarmi nell'ascolto di questo particolare stile di musica,ne sono sempre rimasto affascinato.Era successo a Praga anni or sono...si è ripetuto in maniera esponenziale ieri al Lincoln Center,uno dei scenari mondiali più importanti per ogni rappresentazione musicale.L'esibizione jazz si è tenuta in una sala dal flair da pelle d'oca,con luci soffuse e un'emozionante visuale sulla Skyline notturna.Il tutto è stato condito da un alternarsi di pezzi movimentati e melodie struggenti.Mentre sorseggiavo il mio Margarita mi divertivo ad osservare le espressioni del pubblico,ognuno a modo suo partecipe del concerto,tramite le più diverse espressioni facciali.Ma la cosa più pura era la passione il sano divertimento che era dipinto sui volti degli artisti.Musica per intrattenere e intrattenersi.

Citazione cinematografica


In ogni strada di questo paese c'è un nessuno che sogna di diventare qualcuno. E' un uomo dimenticato e solitario che deve disperatamente provare di essere vivo.

(da: Taxi driver)

domenica 3 luglio 2011

Underground


Se le strade sono caratterizzate dai progessi tecnologici,la cara vecchia subway (come la chiamano i newyorkesi) avrebbe di certo bisogno di un update.La malinconica metropolitana ricorda i decadenti anni '70.Scatole di tonno su binari che trasportano anonime anime attraverso gli inferi di Manhattan.L'Acheronte senza meandri scorre sotto la ragnatela numerica di strade;una scacchiera che ospita una sopravivenza precaria.Il grande sogno americano?

Mattinata al museo


I musei sono i narratori silenziosi che ci permettono di viaggiare nel tempo, rimanendo ancorati al nostro presente.Sono in fila per entrare al Museum of Natural History (Si,proprio quelli dove hanno girato Notte al museo :-)) I resti ossuti di un gigantesco dinosauro fanno da guardiano a quello che dovrebbe essere uno dei musei più straordinari che il nostro globo ci offre.Mi sento un po' come un bambino che sta per entrare in un parco giochi,e forse ragionando,non sbaglio poi più di tanto:La natura,il mondo...la vita è un meraviglioso gioco,del quale non sempre riusciamo a xapire ed a accettare le regole...

Singing in the rain


Il nostro piano di andare a visitare Ellis Island
si è frantumato contro l'acquazzone mattutino.
E' belli vedere come l'eccentrico movimento
della metropoli si inchina timidamente dinanzi
ai capricci di madre natura.Al momento siamo
al Lincoln Center per acchiapparci due biglietti
per una jazz performance.Il centro è un gioiello
dal punto di vista architettonico.Per quanto
riguarda gli esperimentti di design,qui New York
non si ha paura di sbagliare;sembra che tutto
sia concepito come una frizzante gara di creatività!

Tempo di Musical


Dopo aver fatto una supervision tour durante l'intero arco della giornata, ci siamo imbattuti in un genuino pub irlandese nel quale abbiamo cenato. Per questa sera ci attende il musical "Mamma Mia" a Broadway, il tempio dello spettacolo. Non posso che confermare quello gia detto: New York e' vita, New York e'un arcobaleno di adrenalina!!!

sabato 2 luglio 2011

Prime impressioni


Primo giorno a New York.Impressionante in tutti sensi,
per la sua essenza eterogenea,per le sue impetuose
costruzioni,per l'atmosfera megalomane e la sua aria
multietnica.Un imput di continue emozioni.